ALBERTO PREDIERI

(Torino, 7 marzo 1921-Courmayeur, 16 agosto 2001)

Nato a Torino da Alessandro, ufficiale di carriera, e da Anna Maria Serpieri, si iscrisse nel 1939 alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna e, nel 1941, fu chiamato alle armi quale sottotenente della brigata alpina Julia. Combatté in Russia, dove gli vennero conferite due medaglie al valore. Rientrato in Italia riprese i suoi studi e si laureò nel novembre del 1943 con una tesi in Diritto Internazionale con il Prof. Gabriele Salvioli. Dopo l’armistizio (8 settembre 1943) si stabilì a Firenze, dove aderì al Partito d’azione e al movimento partigiano nelle file della formazione Giustizia e Libertà. A Firenze entrò in contatto con l’élite della cultura cittadina e cominciò a collaborare con Piero Calamandrei, sia con scritti sulla rivista il Ponte, sia come assistente alla cattedra di procedura civile. Ma Calamandrei lo indirizzò presto allo studio del diritto costituzionale. Il primo saggio di Predieri venne pubblicato nel Commentario sistematico alla Costituzione curato dallo stesso Calamandrei e da Alessandro Levi (Firenze 1950), ed era dedicato al tema, nuovissimo per la scienza giuridica dell’epoca, dei partiti politici. Subito dopo dette alla stampa la monografia dal titolo “Lineamenti della posizione costituzionale del Presidente del Consiglio dei Ministri” (Firenze 1951), nella quale tratteggiò il ruolo di tale organo nel nuovo sistema costituzionale, in un’approfondita analisi storica e di taglio comparatistica. Ottenne nel 1952 la libera docenza in Diritto Costituzionale davanti ad una commissione presieduta da Vittorio Emanuele Orlando. Dopo la libera docenza insegnò per incarico Diritto Costituzionale all’Università di Siena dal 1958 al 1963; quindi fu ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Firenze, presso la Facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri, di cui fu – insieme a Giuseppe Maranini, Giovanni Sartori, Giovanni Spadolini – uno dei docenti più illustri ed autorevoli.  Alla morte di Maranini si trasferì alla cattedra di Diritto Costituzionale Italiano e Comparato e, successivamente, a quella di Diritto Pubblico dell’economia. Nel 1988 fu chiamato alla cattedra di Diritto Pubblico generale della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma. E in quella Università gli fu riconosciuto il titolo di Professore Emerito.

La produzione giuridica di Predieri è a dir poco poderosa: ben 22 monografie e circa duecento tra saggi, note, commenti e recensioni (per un elenco completo si rimanda alla bibliografia in Istituzioni mercato e democrazia. Liber amicorum per gli ottanta anni di A. P., a cura di S. Amorosino - G. Morbidelli - M. Morisi, Torino 2002, a cui sono da aggiungere le opere postume).

Per il concorso a cattedra presentò tre monografie. La prima, sopra ricordata, sulla figura del Presidente del Consiglio dei Ministri; la seconda - un classico in tema di costituzione economica – dal titolo “Pianificazione e Costituzione” (Milano 1963); la terza sul tema “Contraddittorio e testimonianza del cittadino nei procedimenti legislativi” (Milano 1964) ricca di richiami comparatistici all’esperienza britannica e nordamericana e che costituisce la prima ricostruzione, in chiave giuridica, del metodo delle udienze conoscitive. I suoi interessi hanno spaziato a 360 gradi senza confini disciplinari. Partendo dalla considerazione unitaria del fenomeno giuridico, e da una profonda conoscenza dei vari rami del diritto, i lavori di Predieri si segnalano per la continua osmosi con istituti e nozioni tratti dal diritto privato, dal diritto commerciale, dal diritto del lavoro, dal diritto penale, dal diritto processuale. Ma con una costante del suo metodo di analisi: massima attenzione alla comparazione giuridica e ai dati storici e fattuali.

Tra i filoni di studi vi è stato quello del diritto dell’economia. Dal volume su “Il potere della banca centrale: isola o modello? (Firenze 1996), a quello su “L’erompere delle autorità amministrative indipendenti” (Antella 1997), fino alla monografia “Euro, poliarchie democratiche e mercati moderni (Torino 2008), dove anticipava i rischi di un ricorso indiscriminato ai derivati finanziari nell’economia della globalizzazione e dell’assenza di regolamentazioni. Ha affrontato pure studi importanti di storia del pensiero giuridico (notissimi i due volumi su Carl Schmitt, ovvero “Carl Schmitt, un nazista senza coraggio”, I-II, Scandicci 1999; e “La guerra, il nemico, l’amico, il partigianoErnst Junger e Carl Schmitt”, Scandicci 1999); si è dedicato ai rapporti tra diritto, arte, culture e tradizioni (La curva e il diritto, Milano 2003 e L’Alpinia barocca, Milano 2004, usciti postumi); e al diritto islamico (Sharîa e Costituzione, Bari 2006, anch’esso uscito postumo), nel quale, con acume e senso di premonizione, si poneva già molti anni fa la questione della “coabitazione” tra le Costituzioni democratiche dell’Occidente e le regole della legge religiosa osservate da tanti immigrati musulmani.

Instancabile promotore di eventi culturali, fondò e diresse la rivista Il diritto dell’Unione Europea (Giuffrè), quattro collane di monografie giuridiche (Territorio e casaLa persona e la comunitàDiritto e saluteQuaderni Cesifin), e il Centro Studi per le Istituzioni Finanziarie (Cesifin), che oggi porta il suo nome.

Tra i molteplici rapporti scientifici che Predierì coltivò nella sua vita accademica e professionale, si può ricordare anche il lungo sodalizio con i colleghi spagnoli, da cui prese forma il bel volume scritto con E. García de Enterria, sulla Costituzione spagnola (La constitucíon espanõla de 1978. Estudio sistematico dirigido par los profs. Alberto Predieri y E. García de Enterria, Madrid, Editorial Civitas, 1980, ed. it., Milano, Giuffrè, 1982).

Giuseppe Morbidelli, nella appassionata commemorazione di Predieri pronunciata il 15 settembre 2001 nel Duomo di Fiesole (che si può leggere in www.cesifin.it), ha ricordato la estrema generosità dell’uomo, specialmente verso i giovani che ricorrevano a lui per avere consiglio, guida, indicazioni, per essere ospitati in riviste o per fare relazioni a convegni. Giovani che lui aiutava in ogni modo. Curioso dei loro studi e delle loro passioni.

Ecco in Predieri albergava una curiosità straordinaria e per certi aspetti unica. Una curiosità verso tutto e verso tutti. Una curiosità per la vita, che era, a sua volta, fame di vita. Chi lo ha conosciuto sa di cosa stiamo parlando. Quella luce che brillava nei suoi occhi fulminanti e diretti non la si può dimenticare.

La luce dell’intelligenza e, per certi aspetti, del genio.

Davvero un grande, ineguagliabile, Maestro.

 

Ginevra Cerrina Feroni