Alessandro Pizzorusso

(Bagni di Lucca, 11 novembre 1931  - Pisa, 14 dicembre 2015)

“Maestro di dottrina e di vita, uomo integerrimo e studioso di altissimo rango” (L. Pepino, Questione giustizia, n 3/215).

Alessandro Pizzorusso (da ora AP) si laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Pisa il 20 luglio 1954, ove, presso la cattedra di diritto costituzionale di Franco Pierandrei, inizia a svolgere dal 1° novembre 1954 l’attività di assistente volontario prima e straordinario poi.

Vincitore del concorso in magistratura, il 31 marzo 1958 viene nominato uditore giudiziario presso il Tribunale di Roma e dal 1963 assume le funzioni di giudice di tribunale, che ricoprirà fino al 31 ottobre 1972.

L’attività di magistrato costituisce per AP una fase importante della formazione di giurista completo ed eclettico; all’interno di una magistratura ancora guidata da una visione conservatrice, è uno dei pochi giudici che in quegli anni si appropria dei principi a tutela delle libertà della Costituzione del 1947 e solleva in più occasioni questioni di legittimità costituzionale, su testi normativi (quali ad es. il t.u. di pubblica sicurezza) di impianto autoritario e liberticida. Nel 1968, quale Pretore di Empoli, AP solleva anche un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato (risolto nel senso dell’inammissibilità da Corte cost. n. 39/1968), in un’epoca in cui l’istituto restava ancora quiescente.

Un’attività che acquista progressivamente un valore educativo nei confronti degli altri giudici e che proseguirà in forme diverse anche dopo l’ingresso nell’Accademia, con la rubrica che dal 1972 viene ospitata dalla rivista Quale giustizia: “Obiettivo sulle ordinanze di remissione della Corte costituzionale”. In seguito, saranno poi le Rassegne annuali sulla giurisprudenza della Corte costituzionale, pubblicate sul Foro italiano, a monitorare l’attività del nostro Giudice delle leggi, quasi un controcanto rispetto alle Conferenze stampa dei Presidenti della Corte.

Come magistrato ebbe modo di collaborare a lungo, quale assistente di studio, con Costantino Mortati (allora giudice costituzionale), ricevendone un insegnamento ed una guida fondamentale.

Le tappe della carriera accademica di AP sono rappresentate dal conseguimento della libera docenza il 2 settembre 1965 (confermata nel 1970) e dalla successiva attribuzione di incarichi di docenza di Diritto costituzionale italiano e comparato e di diritto parlamentare presso le facoltà di giurisprudenza e di scienze politiche di Pisa.

Il 1° novembre 1972 viene nominato professore straordinario (dal 1975 ordinario) di diritto costituzionale presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pisa, incarico che ricoprirà fino al 31 ottobre 1981. Dal 1° novembre dello stesso anno, infatti, si trasferisce presso la facoltà di giurisprudenza dell’Ateneo fiorentino, andando a ricoprire la cattedra di Diritto costituzionale comparato lasciata libera da Mauro Cappelletti (emigrato a Standford), che sostituisce anche come direttore dell’Istituto (poi Dipartimento) di diritto comparato di quella Università, contribuendo a rivitalizzare un’attività di ricerca condotta fino a poco tempo prima ad altissimo livello. In quel contesto prese vita anche il primo dottorato di ricerca italiano in diritto comparato, che diventò ben presto un polo di attrazione per i giovani allievi delle non numerose scuole di comparazione giuridica allora esistenti.

Dal 1° novembre 1989 rientra a Pisa, su posto di ruolo di I fascia di Istituzioni di diritto pubblico, che occuperà fino al collocamento fuori ruolo il 1° novembre 2004; in questo periodo (1990) viene insignito dell’Ordine del Cherubino, massima onorificenza  dell’Ateneo pisano. Cesserà dal servizio per limiti di età il 1° novembre 2007.

Tra gli altri riconoscimenti ricevuti si segnalano il conferimento del dottorato honoris causa nell’Università Complutense di Madrid nel 2001 e la Medaglia d’oro di Benemerito della scuola, della cultura e dell’arte, ricevuta il 14 dicembre 2014 dal Presidente Azeglio Ciampi.

Nel quadriennio 1990-1994 ha fatto parte del Consiglio superiore della magistratura.

Nel 1988 è stato eletto socio corrispondente dell’Accademia nazionale dei Lincei nel 1988, diventandone socio corrispondente dal 1998. AP ha partecipato all’attività presso l’Accademia con passione per un quarto di secolo, organizzando iniziative, convegni, studi, fornendo un contributo prezioso.

Socio AIC fin dalla sua fondazione e più volte relatore nei convegni annuali dell’Associazione stessa.

Nel 1998 ha fatto parte del Gruppo di esperti presieduto dal Prof. Spiros Simitis, che ha redatto, per conto della Direzione V della Commissione europea, il Rapporto intitolato Affirming fundamental rights in the European Union (pubblicato nel 1999), che ha rappresentato un contributo decisivo per la successiva approvazione della Carta di Nizza nel 2000; in seguito a questo impegno, AP ha poi pubblicato una delle sue opere più mature: Il patrimonio costituzionale europeo, Il Mulino, 2002. 

AP ha svolto inoltre una lunga attività nell’associazionismo dedicato alla comparazione; dal 1999 è diventato miembro correspondiente per l’Italia della Asòciacion Argentina de Derecho Constitucional.

AP è stato poi membro titolare dell’Académie de droit comparé, curando, fin la 1974, i Rapports Nationaux Italiens.

Ma, soprattutto, è stato Presidente per 10 anni (dal 1985 al 1994) dell’Associazione italiana di diritto comparato, avviando la collaborazione con i comparatisti di formazione privatistica o storica ed aprendo una prospettiva nuova, della quale si stanno ancora oggi cogliendo i frutti.

In questa veste, insieme a pochi altri studiosi quali Rodolfo Sacco, AP ha contribuito alla diffusione degli insegnamenti di diritto comparato nelle facoltà di Giurisprudenza, fino ad allora piuttosto limitati, ed in particolare di quelli Sistemi giuridici comparati che, proponendosi come disciplina metodologica, poteva essere impartito tanto da docenti di area pubblicistica che privatistica. La riforma dell’ordinamento degli studi giurisprudenza del 1995 imporra infine il carattere obbligatorio di un insegnamento di taglio comparatistico e lo stesso AP (dopo la parentesi fiorentina) a Pisa sarà per molti anni titolare di uno dei corsi di Sistemi giuridici comparati (cfr. I sistemi giuridici comparati nel piano di studio della facoltà giuridica pisana, in Foro it., 1995, V).

In questa fase è particolarmente intensa l’attività di diffusione della cultura giuridica italiana all’estero, con le numerose relazioni presentate nelle più diverse sedi convegnistiche. In quest’ottica si colloca anche l’ambizioso tentativo di pubblicare, annualmente, una rassegna in inglese dei più importanti scritti di giuristi italiani; degli Italian Studies in Law usciranno solo due volumi editi da Martinus Nijhoff nel 1992 e nel 1994, in ragione dei costi particolarmente elevati e del venir meno dei finanziamenti CNR inizialmente concessi.

Importante ricordare anche la funzione testimoniale che, dagli anni ’80 e per oltre due decenni, insieme ad altri studiosi ed amici, quali Louis Favoreu e Francisco Rubio Llorente, ha svolto, mediante la presentazione di innumerevoli relazioni e la diffusione all’estero dei suoi scritti, della conoscenza della giustizia costituzionale; un’attività che ha in piccola parte contribuito alla successiva diffusione del sindacato di judicial review, diventato una caratteristica ineliminabile del costituzionalismo europeo.

In un’intervista rilasciata a M.C. Ponthoreau (in Rev. Int. Dr. Comp., 2005, 971), AP aveva detto di sé di essere diventato comparatista “par hazard”; tuttavia, definire AP solo un comparatista, così come solo un costituzionalista, sarebbe riduttivo; si tratta di un giurista completo, vuoi per l’attività di magistrato, vuoi, soprattutto, per la frequentazione di numerosi Maestri di discipline e scuole diverse. Venuto meno il rapporto con Pierandrei, per la prematura scomparsa di questi, AP collabora a Torino con Leopoldo Elia ed a Pisa con Carlo Lavagna prima e Giuseppe Ferrari poi, che erano succeduti sulla cattedra dello stesso Pierandrei. Se si considera anche il rapporto con Mortati, possiamo dire che AP ha avuto modo di lavorare con alcuni dei più importanti costituzionalisti italiani del novecento, apprendendo da ciascuno di essi insegnamenti importanti. A questo si aggiunga il rapporto con studiosi di altre discipline, quali, Giovanni Pugliese, Gino Gorla (uno dei padri della comparazione giuridica italiana) e, soprattutto Virgilio Andrioli, del quale AP era stato allievo durante gli studi universitari e con il quale rimarrà costantemente in contatto, subendo il carisma ed il fascino di una personalità non comune.

Tracciare anche solo un quadro sintetico dell’attività scientifica e della bibliografia di AP è opera impossibile, avendo pubblicato quasi un migliaio di scritti (722 dal 1956 al 2004, come risulta dal volume pubblicato a cura degli Allievi in occasione del collocamento fuori ruolo del Maestro: Bibliografia ragionata degli scritti di Alessandro Pizzorusso, Giappichelli, Torino, 2005). Molti di questi lavori sono stati scritti o tradotti in lingue straniere.

La diffusione all’estero è stata massima in Spagna; come di recente ha ricordato Pablo Pérez Tremps, la nuova generazione dei costituzionalisti spagnoli emersa negli anni ’80 del secolo scorso con il ritorno alla democrazia, si è formata studiando anche i manuali scritti da AP, sia quello di Diritto costituzionale uscito per la prima volta nel 1977, sia il Corso di diritto comparato edito nel 1983, entrambi tradotti in castigliano. 

I suoi lavori hanno trattato tutti i settori del diritto costituzionale e molti profili della comparazione giuridica; tra quelli più significativi di diritto costituzionale devono essere ricordati i lavori sulla minoranze linguistiche, sulla pubblicazione degli atti normativi, sulle fonti (materia che AP prima degli altri attrae interamente all’ambito giuspublicistico), sull’eguaglianza ed i diritti di libertà, sulla giustizia costituzionale, sull’ordinamento giudiziario (anch’esso sottratto al dominio esclusivo dei processualisti). Senza dimenticare i manuali di diritto costituzionale prima e di istituzioni di diritto pubblico successivamente (Lezioni di diritto costituzionale, Roma, il Foro Italiano,– traduzione spagnola nel 1984); Manuale di istituzioni di diritto pubblico, Jovene, Napoli 1997), oltre all’impegno largamente profuso sul tema delle riforme istituzionali (La costituzione. I valori da conservare, le regole da cambiare, Einaudi, Torino, 1996; La Costituzione ferita, Laterza, Bari Roma 1999; Postfazione, in Commentario della Costituzione Branca – Pizzorusso, AA.VV., Leggi costituzionali e di revisione costituzionale (1994 - 2005), Zanichelli – Il Foro italiano, Bologna – Roma, 2006).

Anche i lavori dedicati alla comparazione sono numerosi e spaziano in ambiti diversificati. Le innovazioni allo studio della disciplina hanno talora avuto una portata decisiva riguardo al metodo, alle fonti del diritto, alla giustizia costituzionale ed ai metodi di soluzione delle controversie.

Riguardo al metodo, nella relazione presentata al Convegno AIDC del 1979 (La comparazione giuridica e il diritto pubblico, in R. Sacco (a cura di), L’apporto della comparazione alla scienza giuridica, Giuffré, Milano, 1980), si propone il superamento della frattura tra diritto pubblico e diritto privato nell’ambito della comparazione; un’impostazione che sarà poi sviluppata nelle successive edizione del manuale di Sistemi giuridici comparati, che G. de Vergottini ha di recente definito come un esempio di “manuale scientifico ad uso didattico” (Sistemi giuridici comparati, Giuffré, Milano, 1995 – 2°  ed. 1998). Un manuale, tra i primi ad uscire, che ancora oggi spicca per la sua assoluta originalità rispetto a tutti gli altri, pubblicati anche successivamente.

AP è stato anche il primo studioso italiano ad affrontare lo studio delle fonti ricorrendo al metodo della comparazione (in parte già nel trattato sulle fonti del 1977 e nell’elaborazione del concetto di fonti culturali contrapposto a quello di fonti politiche); un percorso proseguito in numerosi scritti (tra i quali spiccano il volume collettaneo Law in the Making e le parti del manuale di Sistemi dedicate alle modalità di produzione del diritto) e concluso tra il 2005 ed il 2011 con opere che affrontano ormai il tema nella prospettiva della globalizzazione (Comparazione giuridica e sistema delle fonti del diritto, Giappichelli, Torino, 2005; Fonti del diritto, 2° ed., in Commentario Scialoja-Branca del Codice civile, Zanichelli, Bologna, 2011).

In materia di giustizia costituzionale si deve, a partire dallo scritto su Quaderni costituzionali del 1972, l’elaborazione di una nuova modellistica, diventata, da allora, un punto di partenza per tutti gli studiosi del settore (Garanzie costituzionali, in Commentario della costituzione, diretto da G. Branca, Zanichelli-il Foro Italiano, Bologna-Roma, 1981; I sistemi di giustizia costituzionale: dai modelli alla prassi, Quad. cost., 1982; Italian and American Models of Judiciary and of Judicial Review of Legislation: A Comparison of Recent Tendencies, Am. Journ. Comp. Law, 1990). Allo stesso modo AP ha elaborato dei modelli originali di ordinamento giudiziario (identificando la specifità di quello italiano risultante dall’effettiva attuazione dei nostri principi costituzionali, diventato poi il prototipo seguito da numerose altre esperienze europee di più recente conio), definendone le caratteristiche in maniera più compiuta rispetto ai precedenti studi dei processual-civilisti (Ordinamenti giudiziari e professioni giuridiche, in Enc. Scienze Sociali, VI, Roma, 1996).

La sintesi di questo contributo non consente di aggiungere altro; per dare conto dell’opera di studioso di AP riteniamo sia necessario rinviare ad una sintetica rassegna dei suoi scritti. Di cui, oltre a quelli già citati nel testo, qui si ricordano almeno: La pubblicazione degli atti normativi, Giuffré, Milano, 1963; Le minoranze nel diritto pubblico interno, Giuffré, Milano, 1967; Le parti nel processo costituzionale, Pacini, Pisa, 1970; L’ordinamento giudiziario, Il Mulino, Bologna 1974; Fonti del diritto, in Commentario Scialoja-Branca del Codice civile, Zanichelli il Foro Italiano, Bologna Roma, 1977L’organizzazione della giustizia in Italia, Einaudi, Torino, 1982 (nuove edizioni nel 1985 e nel 1990); Corso di diritto comparato, Giuffré, Milano, 1983 (traduzione spagnola nel 1987); La manutenzione del libro delle leggi ed altri studi sulla legislazione, Giappichelli, Torino, 1999; Minoranze e maggioranze, Einaudi, Torino, 1993.

Rolando Tarchi