Serio Galeotti

(Albino 20/09/1922-Bergamo 12/01/2000)

 

Nato ad Albino, un comune della Valle Seriana nel bergamasco, studiò e si laureò, nel 1945, in giurisprudenza nell’Università Cattolica di Milano. Iniziò a svolgere attività di ricerca in diritto costituzionale sotto la guida di Antonio Amorth e, nel giro di pochi anni, pubblica già due monografie: La posizione costituzionale del Presidente della Repubblica (1949) e La garanzia costituzionale (presupposti  concetto) (1950). Temi sui quali tornerà più volte nel corso della sua attività di studioso. Nel 1950 vince una borsa di studio del British Council e si trasferì a Oxford (insieme a Vittorio Frosini, seppure in differenti colleges: Galeotti al Lincoln, Frosini al Magdalen), dove consegue il Ph.D. (in public law) con una tesi che poi divenne libro: The Judicial Control of Public Authorities in England and in Italy, edito da Steven&Sons a Londra nel 1954: uno studio di diritto comparato, poco letto e poco citato ma davvero rilevante per metodo e contenuto. Nel 1951 ottiene la libera docenza in diritto costituzionale e viene incaricato dell’insegnamento di diritto costituzionale comparato nell’Università Cattolica di Milano. Dopo la monografia su La libertà personale (1953), nel 1957 pubblica l’importante studio dedicato a un Contributo a una teoria del procedimento legislativo e nello stesso anno vince la cattedra di diritto costituzionale e viene chiamato nell’Università di Urbino. Intanto, prosegue negli interessi e negli studi comparatistici: è del 1960 il volumetto dedicato a La nuova costituzione francese (Appunti sulla recessione del principio democratico nella V Repubblica): una severa critica al sistema costituzionale della Francia sotto De Gaulle, che negli anni a seguire si discosterà quale uno dei maggiori sostenitori de Alla ricerca della governabilità, come titola un suo libro che raccoglie una serie di studi (1983). Nel 1963, anno in cui pubblica Introduzione alla teoria dei controlli costituzionali, e fino al 1972, è ordinario di diritto costituzionale nella Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pavia. Successivamente, viene chiamato a insegnare diritto costituzionale italiano e comparato nella Facoltà di Scienze politiche de La Sapienza di Roma, dove rimane fino al 1976. Nel frattempo è eletto rettore dell’Istituto Universitario di Bergamo, di cui era stato tra i promotori. Nel 1976 lascia Roma e va a insegnare diritto costituzionale alla Statale di Milano. Nel 1983 torna a Roma, nella neo istituita Università di Tor Vergata, dove, fino al pensionamento, ricopre la cattedra di diritto costituzionale.

Tra i numerosi scritti che qui meritano essere ricordati, si segnalano diversi saggi scritti durante la costituente spagnola e dedicati agli organi di governo e al Tribunale costituzionale. Nel finale degli anni Sessanta, e più specificatamente nella relazione che tiene al primo Congresso di Dottrina dello Stato (che si tenne a Trieste per iniziativa di P.L. Zampetti), inizia un percorso di ricerca prevalentemente dedicato alle riforme istituzionali, con particolare attenzione alla definizione di Un governo scelto dal popolo: il governo di legislatura, come titola una raccolta di studi, originati in gran parte dalla ricerca del cd. Gruppo di Milano diretto da Gianfranco Miglio e pubblicati nel 1984. L’impegno a favore delle riforme istituzionali si manifesta nella proposta dell’elezione diretta del capo del governo, che avrà una sua breve esperienza in Israele ma soprattutto a livello comunale e regionale in Italia. Si deve poi a Galeotti l’idea e la stesura del quesito referendario, che ha consentito la trasformazione del sistema elettorale del Senato da proporzionale in maggioritario. Venne presentata e formulata per la prima volta in un articolo: Per sbloccare la questione istituzionale: un referendum abrogativo sulla legge elettorale del Senato, in Parlamento, n. 9, 1989. Tra gli ultimi suoi scritti, oltre i libri sul Presidente della Repubblica (uno che raccoglie i suoi studi sul tema dal 1949 al 1992 e l’altro la voce per Il Digesto, scritta con B. Pezzini), si segnalano due articoli sul sistema francese, apparsi su IdeAzione nel 1996 e nel 1997, quest’ultimo dedicato a Il garante governante, dove Galeotti rivede ampiamente le sue lontane posizioni critiche espresse sul semipresidenzialismo della Francia. E poi, ultimo scritto che appare nella sua ricca bibliografia è: Regarding two major consequences of the Maastricht Treaty in Italy: the European citizenship – The reinterpretation of economic constitutional rights, pubblicato negli Studi per Guarino nel 1998.

Galeotti è stato uno studioso di grande ingegno e originalità di pensiero, con una solida cultura comparatistica, che gli proveniva (anche) dall’eccellente conoscenza del sistema anglosassone, e con una non comune capacità di sapere indagare su numerosi istituti e funzioni costituzionali. Serio di nome e di fatto, come qualcuno affettuosamente gli diceva, lo si può qui ricordare con le parole che la moglie Maria gli dedicò in un libro di poesie: <<Tu…/per chiare strade maestre/con inconsapevole grazia/su invisibili passerelle/di un/luminoso défilé>>.

 

T.E.F.