Pasquale Ciriello

(Napoli, 1° gennaio 1950 – Bologna, 30 luglio 2014) 

Nato nella città partenopea il primo giorno del 1950, si è spento in terra emiliana, dove aveva cercato attraverso un intervento operatorio cure efficaci contro un male inesorabile, manifestatosi improvvisamente l’anno precedente.

Studente della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II, vi si laureò nel 1972 in Diritto costituzionale col massimo dei voti e la lode con Gianni Ferrara, per restarvi poi per un breve periodo, quale allievo di Claudio Rossano, di cui fu assistente volontario di Istituzioni di diritto pubblico.

Fu immediatamente dopo assistente ordinario della medesima materia (insegnatavi all’epoca da Francesco D’Onofrio) all’ “Orientale” di Napoli, in cui in seguito percorse  - salvo un triennio palermitano, quale straordinario di Istituzioni di diritto pubblico e legislazione scolastica a Magistero - tutta la carriera accademica, fino a diventarvi professore ordinario di Diritto costituzionale  italiano e comparato, ma insegnandovi anche Istituzioni di diritto pubblico e Diritto pubblico dell’economia, in ogni caso sempre nella facoltà di Scienze Politiche.

Contemporaneamente si sviluppava il suo cursus honorum nel governo dell’Ateneo, con il quale in sostanza si identificò pienamente. Inizialmente avvocato, lasciò infatti ben presto la pratica professionale, essendo dal 1993 al 1996 Direttore del Dipartimento di Scienze sociali, quindi pro-rettore dal 1994 al 2001 e successivamente Rettore per due mandati consecutivi, fino al 2008.

In tali vesti contribuì in modo determinante ad allargare a nomi prestigiosi la compagine dei docenti e il numero degli studenti iscritti, nonché il patrimonio librario ed edilizio e le relazioni internazionali dell’Istituto (successivamente divenuto, anche nella denominazione, tout court Università: e traghettarla verso le sfide proposte dai tempi nuovi all’Accademia italiana è stato il suo ultimo atto d’amore e di servizio per la comunità formativa d’origine), consolidandolo nella sua vocazione di ponte culturale proiettato - per la sua specificità, inscritta del resto nella stessa denominazione -  da Napoli soprattutto verso le sponde dell’Africa mediterranea e verso il mondo asiatico. Ha anche presieduto, durante il periodo in cui ricopriva l’ultima carica, il comitato di coordinamento regionale delle Università campane, .

Uomo sobrio, elegante, ironico, intellettualmente e per inesausta curiosità verso i temi proposti dal dibattito culturale aperto ad esplorare le più aggiornate metodologie scientifiche e i nessi trasversali tra le discipline e le culture, ma al tempo stesso finissimo e rigoroso giurista positivo, ha  scritto monografie su Ordinamento di governo e comitati interministeriali (Jovene, Napoli, 1981), su Governo locale e sistema costituzionale francese (Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1984) e su Nazionalizzazioni e privatizzazioni nelle esperienze italiana e francese (Jovene, Napoli,  1992), le ultime due ultime quali segni di una costante attenzione - mantenuta e arricchita nel tempo - al Paese transalpino e in genere agli ordinamenti giuridici da esso influenzati. 

Pur onerato di gravosi compiti istituzionali, non aveva tuttavia mai mancato di intervenire va via sui temi di volta in volta più attuali della disciplina coltivata, in sede scientifica - con particolare, sebbene non certo esclusiva,  predilezione per il diritto dell’economia, o più ampiamente per i collegamenti tra diritto, economia e (geo)politica - e come giornalista pubblicista, spesso ospitato sulle colonne del quotidiano cittadino Il Mattino, il maggiore del Mezzogiorno, o sulle pagine napoletane dellai Repubblica.

È stato tra l’altro anche membro  dei comitati scientifici delle riviste Diritto pubblico comparato ed europeo e Diritto e gestione dell’ambiente e di molti Master.

A prova e a coronamento del suo impegno civile, dopo la scadenza della carica rettorale - alla quale per statuto non avrebbe più potuto essere rieletto - è stato deputato nella XVI legislatura per il Partito Democratico, facendo  parte della Commissione Giustizia e creando per esso in Campania la scuola di formazione e dibattito che chiamò “Futura”.

Dopo la scomparsa, l’amatissima moglie Ornella Moscati, che gli è stata vicina fin dai tempi giovanili dello studio universitario, con le figlie Ludovica e Piera ha voluto intitolare al Suo nome un premio per la  migliore (a giudizio di una prestigiosa commissione) tra le tesi di laurea in discipline giuspubblicistiche discusse nelle università italiane durante l’anno accademico precedente al bando,  che viene assegnato nel salone dello splendido Palazzo Dumesnil, sede di quel’ufficio che lo ha visto per tanto tempo tracciare con mano sicura le linee fondamentali di politica culturale e di organizzazione amministrativa della “Sua” università, ultima metamorfosi dell’antico “Collegio dei Cinesi”, fondato nel 1732 da Clemente XII e affidato a Matteo Ripa, sacerdote e missionario in Cina sulle orme di Marco Polo,  quindi, secoli dopo, prima “Real Collegio degli Asiatici” (1868), infine, nel 1888, appunto “L’Orientale”

Salvatore Prisco