Giuseppe Cuomo

[Torre Annunziata (Napoli), 5 gennaio 1929 – San Sebastiano al Vesuvio

( Napoli), 21 dicembre 2002]

Nato nel 1929 da famiglia di origine salernitana, di Romagnano al Monte (G. C., Introduzione, in Romagnano tra Sette e Ottocento. Comunità, potere locale, risorse, a cura di Franca Assante, Napoli, L’Arte Tipografica, 2002), a Torre Annunziata, dove il padre era pretore (Id., Ricordo di Generoso Cuomo, Napoli, Giannini, 1999, edizione fuori commercio), si laurea nel 1951 in Giurisprudenza - con lode e “dignità di stampa” - all’università di Napoli, non ancora dedicata all’Imperatore che la fondò, essendovi stato allievo in particolare di Giuseppe Guarino, come lui stesso ha ricordato nel Saluto ai partecipanti, in La transizione repubblicana. Studi in onore di G.C., a cura di S. Labriola, Padova, Cedam, 2000, 148, aggiungendo la circostanza che il suo corso studentesco di Diritto Costituzionale del 1947 fu frequentato anche da Gianni Ferrara e Giovanni Motzo, divenuti poi anche loro autorevoli Maestri della materia.

Incaricato di Diritto Amministrativo nel 1954 all’università di Cagliari, è libero docente di Diritto Costituzionale nel 1955 e quindi - vincitore nel 1959 di concorso a cattedra - straordinario sempre a Cagliari di Istituzioni di Diritto Pubblico (dove insegnerà per incarico anche Diritto finanziario e Scienza delle Finanze, Dottrina dello Stato, Storia dell’Amministrazione pubblica). È chiamato nel 1962 ad insegnare Istituzioni di Diritto Pubblico nella facoltà di Economia e Commercio dell’università di Napoli ed in seguito sempre qui Diritto costituzionale comparato, ma a Scienze Politiche, allora corso di laurea della facoltà di Giurisprudenza.

Politicamente vicino all’area laica del centrosinistra, nella vita pubblica è stato per un decennio consigliere del CNEL, quindi per un triennio dell’ISVAP, ma soprattutto primo preside di Scienze Politiche - divenuta facoltà autonoma, per il suo determinante impulso, dal 1972  - e poi rettore dell’università di Napoli (1975/1981).

Cessato da questa carica, fu rieletto nel 1982 preside della propria facoltà, rimanendolo ininterrottamente fino al  1998. La biblioteca di Scienze Politiche della Federico II, nella sede del complesso museale dei Santi Marcellino e Festo, gli è oggi dedicata e lo fu in realtà quando ancora viveva, anche perché alimentata da una sua cospicua donazione libraria.

Come i colleghi ricordati in precedenza e rimasti suoi amici per tutta la vita, egli appartiene in sostanza alla generazione di studiosi contemporanea all’entrata in vigore della Carta del 1948, avendo dunque avuto in sorte di poterne analizzare criticamente e in tempo reale innanzitutto l’impatto sull’ordinamento e sulla società del Paese, quindi il complesso processo di attuazione e le resistenze ad essa.

Sul piano monografico, esordi pubblicando giovanissimo Libertà di stampa e impresa giornalistica nell’ordinamento costituzionale italiano, Napoli, Jovene, 1956, cui seguì l’anno successivo - presso lo stesso editore – Unità e omogeneità nel governo parlamentare: temi, come si vede,  ancora oggi attuali, all’epoca innovativi e proposti con antiveggente intuizione. Vennero poi tra gli altri lavori le Lezioni di diritto costituzionale italiano e comparato, Napoli, Liguori, 1977, dedicate all’intreccio tra regimi politici e diritti di libertà, specialmente nelle Costituzioni occidentali, ma anche nel modello sovietico e Il Presidente della Repubblica: impedimento e supplenza, Napoli, Giannini, 1982.

Alcuni dei più significativi scritti minori sono stati raccolti nel volume Letture costituzionali sulla Repubblica, Napoli, Giannini, 2004, a cura di Franca Assante e con una Presentazione di Silvano Labriola, che fu suo immediato successore nella cattedra di Diritto Costituzionale Comparato, il quale nota (ivi, V), con un riferimento a tali saggi che ben può peraltro venire esteso all’intera produzione dell’autore, che egli “rifugge dalle angustie monotematiche e, nella cura del rigore speculativo (…), non perde mai di vista il panorama dell’ordinamento e dei suoi principî nello scandagliare il singolo istituto, (….) sempre (…) l’ansia intellettuale del dubbio resta dentro l’osservazione attenta alla realtà effettiva dell’ordinamento, e mai se ne distacca, per disperdersi tra i miraggi del formalismo”.

Ha fondato e diretto fino alla morte 1989. Rivista di diritto pubblico e scienze politiche.

Salvatore Prisco

 

(Si ringrazia la dottoressa Elisabetta Cuomo per avere fornito la fotografia paterna)