Giorgio Recchia
Giorgio Recchia
(Penne 24/06/1942-Roma 03/11/2009)
Era nato a Penne, un piccolo comune dell’Abruzzo in provincia di Pescara, si era poi trasferito a Roma per frequentare la Facoltà di giurisprudenza dell’Università “La Sapienza”, dove si sarebbe laureato, col massimo dei voti e la lode, il 26 febbraio del 1965. Dopo la laurea, avrebbe subito iniziato la sua avventura accademica come comparatista: prima diplomandosi in Relazioni internazionali alla “Johns Hopkins University Bologna Center” (1966) e poi, soprattutto, recandosi in America per conseguire, nel 1968, il Master of Comparative Jurisprudence della “New York University- School of Law”. Frutto del periodo americano sarà lo studio di diritto comparato su: Enforcement of Foreign Arbitration Agreements and Awards in Italy and the United States. A Comparative Study, pubblicato a Napoli nel 1970, che era stato preceduto, l’anno prima, da un saggio sullo stesso tema apparso su “New York University Journal of International Law and Politics”. Tornato in Italia, e dopo aver usufruito di una borsa di studio presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Napoli (per frequentare il First seminar on Recent Developments in American Law dell’United States European Legal Center), viene nominato assistente incaricato di Diritto pubblico americano, presso la cattedra allora ricoperta da Paolo Tesauro. Nello stesso anno 1969, viene dapprima ternato per un posto di assistente ordinario di Diritto pubblico americano all’Università di Napoli, e poi consegue l’abilitazione alla libera docenza, sempre in Diritto pubblico americano. Viene incaricato per l’insegnamento di diritto costituzionale regionale nell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti dal 1971 al 1975, e di Diritto pubblico comparato, dal 1972 al 1979, presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Salerno. Nel 1980, dopo aver pubblicato l’anno prima l’ampia monografia su L’informazione delle Assemblee rappresentative. Le inchieste (ed. Jovene, pp. 463) – un lavoro a tutto tondo di diritto costituzionale italiano e comparato – e dopo aver pubblicato numerosi saggi, molti dei quali in lingua inglese e francese dedicati a vari temi, in particolare al diritto dell’arbitrato, vince il concorso a cattedra nel raggruppamento di Diritto pubblico comparato (presidente della commissione: Mario Galizia). Viene chiamato prima all’Università di Salerno e poi all’Università di Napoli, dove ricoprirà la cattedra di Diritto pubblico comparato nella Facoltà di giurisprudenza della “Federico II”. Intanto, crescono i suoi interessi comparatistici: dopo l’America del nord anche l’America del sud. Infatti, fin dal 1983 avvia una serie di contatti e rapporti con le Università latino americane (in particolare l’Università Externado de Colombia) per studiare e approfondire l’attualità del pensiero costituzionale di Simon Bolivar, e non solo. Questo del pensamiento costitucional de Bolivar sarà un tema che lo vedrà impegnato, insieme a una pattuglia di autorevoli colleghi (romanisti soprattutto, ma anche costituzional-comparatisti e filosofi del diritto), in maniera continua, e che si esprimerà attraverso numerosi viaggi in sud America e altrettanti seminari, convegni e ponencias presso Università e istituzioni di quel continente. Il tutto testimoniato da numerosi scritti sull’argomento e dintorni (fra i tanti, si ricorda: Il contributo di Velez Sarsfield alla discipline pubblicistiche e al costituzionalismo latino, apparso nel 1990).
Un itinerario intellettuale e un impegno culturale che non conoscerà soste. E si può ricordare altresì il ciclo di conferenze, tenuto nel 1986 all’Università di Pechino e altre, su invito del governo cinese, sul metodo della comparazione giuridica; oppure le relazioni tenute per conto della “Associazione internazionale di diritto comparato” a Sidney (1986), oppure per conto della “International Association of Constitutional Law” a Parigi (1987) e a Varsavia (1991). Impegni e occasioni di studio, che lo porteranno a elaborare nuovi e ulteriori scritti (The limits of Constitutional Law with regard to the Italian Legal System [1987]; Relations between Constitutional law and International law: Judicial Protection of human rights [1987]; Derechos fundamentales e integracion europea: la jurisprudencia del Tribunal Constitucional Italiano [1992]).
Nel 1989 viene chiamato, come docente stabile, presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione (dove insegnerà fino al 1995); nello stesso anno 1989 viene eletto nel Consiglio direttivo dell’Associazione italiana dei costituzionalisti. Nel 1995 è professore nella neo istituita Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Roma Tre: prima di Istituzioni di diritto pubblico e poi di Diritto costituzionale italiano e comparato.
Del curriculum vitae et studiorum di Giorgio Recchia deve essere ricordata anche la sua attività di avvocato amministrativista, spesa con grande impegno e forte senso professionale, ma che non ha mai prevaricato rispetto all’attività accademica e universitaria (qui va ricordato il volume che curò su Gli ordinamenti europei di giustizia amministrativa per il “Trattato Santaniello” nel 1996, nonché il volume, uscito postumo, L’arbitrato nel diritto comparato, a cura di T.E. Frosini [2014]). Anzi, negli ultimi anni intenso è stato il suo lavoro per conto del Consiglio Nazionale delle Ricerche (un’istituzione alla quale è sempre stato legato), come sub-commissario e consulente, ma anche come direttore del progetto strategico sulla “qualità” della legge (i cui risultati sono poi pubblicati in un volume da lui curato insieme a R. Dickmann: Istruttoria parlamentare e qualità della normazione [2002]). Così pure vanno ricordate le sue ultime pubblicazioni: fra queste, il volume che raccoglie una serie di importanti e interessanti saggi sul metodo comparato e la sua applicazione, con particolare attenzione al diritto amministrativo comparato: Consonanze e dissonanze nel diritto pubblico comparato (2000); oppure il saggio su Processi di riforma istituzionale ed integrazione comunitaria (2005). L’ultima opera da lui curata, insieme al caro e compianto collega Sergio Panunzio, è un volume che raccoglie gli atti di un convegno dedicato a: Malattie rare: la ricerca tra etica e diritto (2007).
Pour cause: nel 2003 Giorgio (qualche anno più tardi anche Sergio) viene colpito dalla SLA (sclerosi laterale amiotrofica), una malattia degenerativa davvero terribile, che lo porta, dopo poco, a essere ricoverato in un ospedale romano, fino al 3 novembre 2009.
Qui si apre per tutti noi, che gli abbiamo voluto bene, un capitolo molto triste e sofferente della vita di Giorgio, che però ha vissuto supportato da una grande fede religiosa e da un forte spirito combattivo. Come dimenticare le azioni giudiziarie, che ha voluto promuovere per riconoscere ai pazienti di malattie rare i loro diritti, e che lo hanno portato ad avere una decisione favorevole prima del Tar Lazio e poi del Consiglio di Stato (n. 7085 del 2005)? Come dimenticare la nascita, per sua volontà e impegno, di un’Associazione per i malati di SLA (sigla: I.CO.M.M.), tutta protesa verso la ricerca scientifica, per combattere e sconfiggere le malattie del motoneurone, e l’assistenza ai malati sofferenti di patologie rare?
Gli uomini, i grandi uomini, si vedono nei momenti difficili: quando di fronte alle durezze della vita (privata e pubblica) sanno reagire con orgoglio e dignità; e con una forza di sopportazione, cristianamente accettata, che è un esempio di ammirazione. Ognuno di noi si deve chiedere: se fosse successo a me, sarei stato capace di fare altrettanto?
Giorgio Recchia è stato un esempio: come giurista, per la passione civile e il credo nella giustizia, che ha guidato il suo itinerario di docente universitario e di avvocato del libero foro; come studioso, per la sua acribia scientifica e per il suo impegno culturale, che non ha conosciuto frontiere; come uomo, per la sua incredibile forza di carattere e di volontà, con la quale ha saputo affrontare l’oscurità del male.
T.E.F.