ANTONIO G. ZORZI GIUSTINIANI

di

Fulco Lanchester

1- Antonio Giangiorgio Zorzi Giustiniani  (Bovino,FG, 11 gennaio 1949- Firenze, 19 dicembre 2015 ), componente di una antica famiglia vicentina, dal punto di vista accademico è stato partecipe di quella “scuola tosco-romana” del diritto pubblico, che ha caratterizzato la seconda metà del secolo alle nostre spalle. Zorzi Giustiniani ha avuto infatti la possibilità di impregnarsi della lezione di una peculiare versione del diritto pubblico (che non può che essere caratterizzato dalla comparazione), con la frequentazione diretta di alcuni dei massimi cultori di questo approccio, che hanno sempre visto nella storia e nella complessità sociale la base dell’applicazione corretta di ogni ragionamento giuridico.

Ovviamente alle origini della esperienza di Zorzi Giustiniani si pone sopratutto la Firenze universitaria dello scorso secolo, concentrata tra via Giusti e via Laura. Egli si iscrisse infatti  alla Facoltà di Giurisprudenza di Firenze nell’anno accademico 1967/1968, per laurearsi nel luglio 1971 con una tesi su La Corte costituzionale jugoslava (relatore Mauro Cappelletti,1927-2004) presso l’Istituto di diritto comparato. Dopo il servizio militare (effettuato tra il 1972 e il 1973), egli fu borsista del Consiglio Nazionale delle Ricerche in servizio, dal 6 settembre 1973 al 31 ottobre 1974, presso l’Istituto di diritto costituzionale italiano e comparato della Facoltà di Scienze Politiche « Cesare Alfieri » dell'Università di Firenze  con Alberto Predieri(1921-2001). Dal 1° novembre 1974 al 14 dicembre 1975, operò-invece- presso l’Istituto di diritto pubblico di Giurisprudenza, dove iniziò  a collaborare con Giuliano Amato(1938), che allora insegnava Diritto pubblico in quella Facoltà, per poi trasferirsi a Roma(1976) come assistente ordinario presso la Cattedra di Istituzioni di diritto pubblico di Carlo Lavagna (1914-1984) a Scienze politiche dell’Università Sapienza, dove collaborò intensamente sia con Mario  Galizia(1921-2013) che con Amato, titolari delle due cattedre di Diritto costituzionale italiano e comparato allora esistenti. Collocato in congedo per motivi di studio e distaccato presso l’Istituto di diritto pubblico della Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie di Siena, divenne professore associato di Diritto pubblico anglo americano presso la Facoltà di Scienze politiche di Pisa nel 1985 (dove insegnò come affidatario, succedendo a Sergio Ortino, 1940-2011, il   Diritto costituzionale italiano e comparato fino al 1994, per poi acquisire la titolarietà della materia). Nel 2001 diventò, infine, ordinario di Diritto pubblico comparato sempre nello stesso Ateneo [erano  componenti della Commissione di concorso: Silvio Gambino(1946), Adriano Giovannelli(1947), Giuseppe Morbidelli(1944), Roberto Toniatti(1950), Sara Volterra(1934)].

 

2-Nell’ambiente molto stimolante della Facoltà fiorentina di  Giurisprudenza, che aveva le proprie radici nell’insegnamento di Piero Calamandrei (così come dagli anni Quaranta il “Cesare Alfieri” era stato modellato dalla personalità di Giuseppe Maranini, 1902-1969), gli interessi di Zorzi Giustiniani si erano subito rivolti al diritto comparato come dimostra, appunto, la tesi sulla Corte costituzionale jugoslava, frutto di un soggiorno a Belgrado con una borsa del Ministero degli affari esteri. È questo un filone di ricerca che Zorzi Giustiniani mantenne nel tempo (si v. la cura ed introduzione della legge sulla Corte costituzionale di quell’ordinamento pubblicata nella collana di Sergio Ortino nel 1989) .

L‘esperienza romana  costituì senza alcun dubbio  un periodo intenso, in cui gli interessi per il diritto pubblico dell’economia ereditati da Predieri si fusero con quelli di Giuliano Amato, anche nell’ambito di quella scuola gianniniana che aveva profondamente influenzato l’ambiente pisano. Non è un caso che tra il 1974 e il 1981 (prima di iniziare la sua collaborazione con Quaderni costituzionali, diretti da Enzo Cheli,1934), Zorzi abbia pubblicato ben 17 interventi sulla Rivista trimestrale di diritto pubblico (diretta da Massimo S. Giannini con la vigile passione di Sabino Cassese), la maggior parte sul diritto amministrativo comparato e sul diritto pubblico dell’economia. Numerosi sono in questo anche gli interventi (11) su Giurisprudenza italiana, che si distinguono per la sempre acuta valutazione della giurisprudenza costituzionale, ma non devono essere trascurati gli interventi su Nomos.Le attualità nel diritto (5), tra cui uno sul rapporto tra pubblico e privato ed un altro sul referendum elettorale), sia su Quaderni costituzionali (4).

Nell’arco  del quarantennio  precedente la sua premature scomparsa la  produzione  di Zorzi Giustiniani è rappresentata da volumi e scritti che denotano una sapiente tecnica giuridica, inserita in un contesto culturale ampio ed articolato, considerato da Lui indispensabile. I suoi contributi sull’intervento pubblico nell’economia e sulla legislazione antideficit nella Costituzione statunitense( v. in particolare Costituzione americana ed equilibrio finanziario - Il caso della legislazione antideficit, Ospedaletto, Pacini, 2000) evidenziano una conoscenza del diritto pubblico nordamericano estremamente raffinata, così come confermato dalle analisi sull’item veto presidenziale (Some remarks on the so-called line item veto of the President of the United States, in La méthodologie de l’étude des sources du droit-Actes du 6 Congrès de l’A.I.M.J., Aix-en-Provence, Presses Universitaires d’Aix-Marseille-PUAM, 2001). In questa prospettiva si poneva l’indispensabile, profonda ed attenta attenzione alla stratificazione storica, che può essere rilevata nel saggio su Alle origini dello Stato regolatore (1874-1910). Le libertà economiche, public utilities e monopoli al vaglio della Corte Suprema (in Corte Suprema e assetti sociali negli Stati Uniti d’America (1874-1910), a cura di S. Volterra, Torino, Giappichelli, 2003), oppure nell’introduzione al volume da Lui curato per la prestigiosa collana “Civiltà del diritto” su Diritti fondamentali e interessi costituiti - W.H. Taft Presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti,1921-1930, (Milano, Giuffrè, 2006).

Un simile metodo diacronico, sempre collegato con l’analisi sincronica, può essere rilevato anche negli approfonditi contributi sulle dinamiche del rapporto centro-periferia in Francia, Gran Bretagna ed Italia (si v. su questo Le metamorfosi dello Stato unitario: “décentralisation”  francese e “devolution” britannica a confronto, in “Le regioni”, 2006, nn. 2-3, e Potestà statutaria e forma di governo regionale dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, in La revisione del Titolo V della Costituzione, a cura di G. Volpe, Pisa, Plus, 2003), che si inquadrano in una lucida disamina della dinamica della governance europea nei primi anni di questo millennio (La governance economica europea alla vigilia della ratifica del trattato costituzionale, in Istituzioni, Diritti, Economia. Dal Trattato di Roma alla Costituzione Europea, a cura di G. Colombini e F. Nugnes, Pisa, Plus,  2004) e che sono stati ribaditi nel Suo ultimo ed articolato contributo al Convegno romano tenutosi nel maggio scorso alla Camera dei deputati (Parlamento europeo e parlamenti nazionali nella governance economica e finanziaria europea, in Nomosleattualitàneldiritto.it, 2015, n. 3).

 

3-Antonio Zorzi Giustiniani pensava con occhio presbite e questo spiega le riflessioni su Costituzionalismo e costituzioni nell’età moderna e contemporanea (in Studi parlamentari e di politica costituzionale, 2005), ma anche le analisi su la posizione di giuspubblicisti come Lavagna e Mortati nel campo della disciplina dell’economia. Studioso nato nella Facoltà di Giurisprudenza di Firenze ed approdato per circa quaranta anni nelle Facoltà di Scienze politiche, Zorzi Giustiniani identificava la sua posizione in maniera significativa con la figura di Karl Loewenstein(1891-1973), cui ha dedicato un denso saggio nel 2008 su Studi parlamentari e di politica costituzionale, voll. 160-161.

La personalità del Loewenstein, émigré per motivi politici e razziali dalla Germania degli anni Trenta, teorico del diritto, storico, costituzionalista e politologo non poteva che affascinarlo, anche per la sua influenza sul processo di ricostruzione della Germania post-bellica. Il contributo di Loewenstein, di Carl Joachim Friedrich(1901-1984), di Gerhard Leibholz(1901-1982) e di Ferdinand A. Hermens(1906-1998) al diritto costituzionale del periodo centrale del secolo XX è stato studiato soprattutto negli anni del dopoguerra, poi nel momento della divaricazione tra diritto costituzionale e scienza politica esso è divenuto sempre più sfocato. Ma per Loewenstein, come per Zorzi Giustiniani, il costituzionalismo è limite al potere, cosicché la sua lezione ricca di prospettive e di insegnamenti non poteva non affascinarlo. In primo luogo, dal punto di vista metodologico, per essere fondata su un taglio di tipo storico e sociologico ai problemi istituzionali nell’ambito del complesso rapporto tra costituzione scritta e potere politico. In secondo luogo, così come sostenne la stessa giovane dottrina italiana degli anni Trenta (Mortati, Crisafulli, Giannini, Lavagna e altri) per l’ancoraggio della Costituzione a valori e principi che ne caratterizzano assiologicamente l’effettività all’interno del regime. Infine, per la necessità di superare la radbruchiana debolezza della democrazia con una concezione militante della stessa. In questo senso la riscoperta di Loewenstein si connette con le ombre che dopo il 2001 si sono addensate sugli ordinamenti democratici, richiamando problemi che erano stati affrontati durante il periodo delle due guerre. In notevole anticipo con una tendenza alla riscoperta della democrazia militante [v. ad es. P. Cliteur - B. Rijpkema, The Foundations of Militant Democracy, in The State of Exception and Militant Democracy in a Time of Terror, A. Ellian, G. Molier (eds.), Dordrecht ,RoL, 2012, pp. 227-272], Zorzi Giustiniani ha ripercorso dunque, attraverso la biografia intellettuale di Loeweinstein, le tappe che hanno condotto alla costruzione della Streitbare (oppure Wehrhafte) Demokratie del secondo dopoguerra, evidenziando in modo lucido come ― in periodi di difficoltà economiche ― sia necessario intervenire per difendere l’ordinamento democratico.

La lezione sapienziale di Antonio Zorzi Giustiniani si rivela, dunque, molto attuale e profonda. Essa costituisce il frutto di una cultura articolata, di cui la Sua Biblioteca, conservata dall’Associazione a Lui intitolata presso la sede di via Gino Capponi, costituisce un indice empirico ed un lascito concreto, curato dalla Moglie Paola Vieri e dai figli Flavia e Anicio. La Biblioteca dà,  infatti, conto di una personalità umana e scientifica complessa, profondamente radicata nella tradizione giuspubblicistica italiana, consapevole sino all’ultimo delle responsabilità del giurista e dell’uomo di cultura per la tenuta dei principi e dei valori del costituzionalismo.